07/12/09

Mozione Consiliare contro la privatizzazione dell'acqua

Al Sig. Sindaco della città di Avola
Al P.d.C. di Avola
e p.c. ai capogruppo Consiliari
all ‘Ass. ai Lavori Pubblici
all’Ass. al bilancio


Oggetto: Riconoscimento del sistema idrico integrato quale servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica.


Premesso che il 18 Novembre 2009 il Governo ha approvato il Decreto Legge n. 135 il cui articolo 15 sottrae agli Enti Locali e dunque ai cittadini la gestione dell’acqua potabile per consegnarla, a partire dal 2011, agli interessi delle grandi multinazionali e farne un nuovo business per i privati;

visto che con l’approvazione di tale legge i Consigli Comunali ed i Sindaci eletti dai cittadini saranno espropriati dalla gestione dell’acqua potabile, avviando così la mercificazione di un bene essenziale per ogni essere vivente contrariamente ai valori che sempre di più si vanno affermando anche a livello internazionale;

Considerato che
* La risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua come un bene comune dell’umanità” e chiede che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso all’acqua alle popolazione più povere entro il 2015 ed insiste affinché “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua livello locale e in modo democratico”;
* Inoltre, la risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia per il mercato interno -priorità 2003-2006 – già affermava, al paragrafo 5, “essendo l’acqua un bene comune dell’umanità, la gestione delle risorse idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno”;
* Gli stessi organi della UE hanno più volte sottolineato che alcune categorie di servizi non sono sottoposte al principio comunitario della concorrenza; si veda ad esempio la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo COM (2004) 374: “…le autorità pubbliche competenti (Stato, Regioni, Comuni) sono libere di decidere se fornire in prima persona un servizio di interesse generale o se affidare tale compito a un altro ente (pubblico o privato)”; è peraltro noto che non esiste alcuna norma europea che sancisce l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003 e 2006; Parlamento CE, 2006).
* A partire dalla promulgazione della carta europea dell’acqua (Strasburgo 1968) si è affermata a livello mondiale non solo la concezione dell’acqua come “bene Comune” per eccellenza, ma anche del suo uso come diritto fondamentale dell’uomo;
* L’art. 114 della Costituzione Italiana recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”;
* L’articolo 3 del Testo Unico sull’ordinamento, degli Enti Locali approvato con Decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 recita: “II comune è l’ente locale che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”;
* Il codice dell’ambiente approvato con decreto legislativo 3 Aprile 2006 n.152, all’articolo 144 afferma: “Le acque costituiscono una risorsa che va tutelata e utilizzata secondo criteri di solidarietà; qualsiasi loro uso è effettuato salvaguardando le aspettative e i diritti delle generazioni future”;
* La Chiesa Cattolica ha sostenuto con fermezza, con un Documento della Commissione Giustizia e pace in occasione del Forum di Kyoto, che l’acqua è un ” diritto umano” ed ha espresso serie riserve sui processi di gestione delegata al mercato;
* Sono in atto anche nella nostra regione numerosi e vasti movimenti che rivendicano la difesa e il riconoscimento dell’acqua come bene comune aggregando culture ed esperienze differenti.




Tutto ciò premesso e considerato
Il Consiglio Comunale di Avola

1. Si impegna a modificare lo Statuto Comunale introducendo il riconoscimento dell’acqua come bene comune pubblico e l’accesso all’acqua come diritto umano universale, indivisibile, inalienabile non assoggettabile ai meccanismi di mercato e di azioni speculative.
2. Si impegna a riconoscere nello Statuto il servizio idrico integrato quale servizio pubblico essenziale, di interesse generale, privo di rilevanza economica.
3. Dà mandato al Sindaco affinché intraprenda tutte le azioni opportune al fine di contrastare i provvedimenti previsti dall’Art. 23bis Lg. 133/2008, come modificato dall’Art. 15 D.L. 135/2009, che condurranno alla messa a gara della gestione del servizio idrico integrato ed alla consegna dell’acqua ai privati entro il 2011.
4. Invita i parlamentari Siciliani ad operare il riconoscimento dell’acqua come diritto umano universale e , pertanto, a garantirne il libero accesso promuovendo lo status del servizio pubblico locale privo di rilevanza economica.