11/04/08

Moretti sceglie il PD

"Berlusconi inadatto a democrazia
Ecco perché sceglierò il Pd"

Il regista-attore sul sito di MicroMega, conversazione con Paolo Flores d'Arcais

"Ultima occasione per non consegnare l'Italia all'estremismo del Cavaliere e Bossi"


NON mi piace l'espressione e il concetto di "voto utile", ma personalmente non ho mai avuto dubbi sul mio voto: il Partito democratico è la novità della politica italiana e forse l'ultima opportunità per non regalare definitivamente il paese all'estremismo di Berlusconi e Bossi. Purtroppo, tra gli elettori di sinistra e centrosinistra, persiste una tentazione irresponsabile ad astenersi dal voto.

Gli incerti sono tali per delusione, stanchezza, assuefazione. La delusione nei confronti del governo di centrosinistra è in parte condivisibile, ma non può far dimenticare il vero e proprio abisso politico, culturale ed etico che c'è tra il centrosinistra e la destra italiana. La stanchezza si esprime con l'infastidito "Ma come è possibile, dobbiamo ancora occuparci di Berlusconi?!". Sì, il protagonista negativo purtroppo è ancora lui e, cosa impossibile da immaginare nel '94, si tratta di un Berlusconi addirittura peggiore: per aggressività, assenza di senso dello Stato e disprezzo delle istituzioni. Assuefazione: siamo arrivati al punto che ormai quasi tutti consideriamo normali cose che in democrazia non lo sono per niente, e che infatti non sono mai accadute in altri paesi: per esempio, il monopolio televisivo privato in mano a una sola persona, che, incredibilmente, si candida per la quinta volta in quindici anni a governare con le sue improvvisazioni il paese. Come non sono normali le aggressioni verbali di Bossi e Berlusconi nei confronti degli avversari politici, delle istituzioni, della magistratura, del presidente della Repubblica. Parlare di "imbracciare le armi", non può essere considerata un'innocua battuta (anzi, Berlusconi ha detto: "E' una metafora", ma mi sembra che non gli sia ben chiaro il concetto).
Molto pericolosa e inquinante è l'ossessione di Berlusconi verso i brogli elettorali. Tutti hanno dimenticato che purtroppo è una sua costante, infatti già nel '96 disse che Prodi aveva vinto grazie ai brogli. L'ha ripetuto quasi in tempo reale nell'aprile di due anni fa, convincendo milioni di elettori di essere stati derubati. Questo è un modo inaccettabile per delegittimare il voto e quindi minare le basi della democrazia. Si è poi visto, quando molti voti sono stati ricontati, che di poco era stato penalizzato il centrosinistra. In Berlusconi c'è una estraneità direi "naturale" alle regole e al rispetto dei risultati che non gli sono favorevoli.

Purtroppo l'opinione pubblica in Italia non esiste. Basti fare il confronto con quello che scrivono di Berlusconi giornali stranieri non certo di sinistra: esprimono incredulità per le sue continue affermazioni anti-istituzionali, severità e durezza per i suoi continui attacchi alle norme elementari della convivenza democratica, e una autentica preoccupazione verso un suo possibile ritorno al governo. Oltretutto, per la quinta volta, c'è un candidato che parte avvantaggiato nella competizione elettorale, perché ancora controlla tre reti televisive e giornali e radio. Io sono una persona competitiva, un appassionato di gare, mi piace farle e vederle, ma le nostre elezioni assomigliano alla finale dei cento metri, la gara più bella delle Olimpiadi, con sette concorrenti allineati e l'ottavo che arriva col suo blocchetto di partenza e si sistema 15 metri più avanti. Una gara falsata... Trovo perciò insensato il gran parlare che si fa di Berlusconi come personaggio "carismatico" e "grande comunicatore". Secondo me, oggi, non è né l'uno né l'altro.

A proposito di Veltroni e Berlusconi, non capisco come ci sia qualcuno che possa sostenere che i due uomini politici e i loro programmi si assomiglino o addirittura siano uguali... Tra i due politici le differenze sono enormi, Berlusconi è un disco sempre più incantato e sempre più finto. Lo si è visto anche nel suo rifiuto di confrontarsi in tv con Veltroni. Una vera e propria fuga. Sa che perderebbe voti. Purtroppo, questo suo rifiuto qui da noi non scandalizza, viene considerato normale: "E' in vantaggio, è giusto che non faccia il duello con Veltroni". In altri paesi l'opinione pubblica, che qui non esiste, ti farebbe pagare politicamente ed elettoralmente un comportamento del genere.

Il centrosinistra, per non diventare come la destra, giustamente evita di usare, con segno opposto, la stessa aggressività... Per non spaventare i moderati, il centrosinistra evita di ricordare le condanne, per mafia e corruzione della magistratura, di importanti esponenti di destra: in questo modo fa due passi indietro, ma la destra ne fa otto avanti. Il centrosinistra considera molte delle argomentazioni a suo favore dei possibili boomerang, mentre la destra aggredisce e insulta. E' un problema di metodo che però è anche di sostanza: va bene non diventare come il tuo avversario, ma bisogna solamente subire?...

Non ho mai usato l'espressione "regime", perché quest'espressione generica può significare tutto e niente. E' una rassicurante coperta di Linus, è un plaid linguistico che uno usa per lamentarsi e poi restare fermo. Preferirei essere più preciso, forse più duro: la nostra è una democrazia in parte svuotata dal quasi monopolio televisivo di Berlusconi.

L'irresponsabilità è una caratteristica molto italiana. Bossi, Berlusconi, Dell'Utri e tanti altri nella destra, si permettono delle affermazioni gravissime. Poi si rettifica, in parte si smentisce e tutto finisce lì. Vengono considerate, con incredibile indulgenza, "dichiarazioni in libertà", "folklore", "esagerazioni pittoresche". Tanti hanno considerato troppo cupo e pessimista il finale del "Caimano", ma le frasi di Berlusconi sull'esame di sanità mentale da fare ai magistrati si spingono molto oltre. Eppure non succede nulla (ma i giornalisti stranieri, anche quelli moderati, rimangono allibiti).

Il direttore di un telegiornale di Mediaset da anni sbeffeggia, ridicolizza, schernisce politici e giornalisti di sinistra e centrosinistra, e gli si risponde con corsivi ironici, invitandolo alle trasmissioni comiche, considerandolo addirittura più onesto di altri perché più schierato. Si ride. Ma non c'è niente da ridere. Milioni di persone vedono la televisione, che è uno strumento molto più prepotente dei giornali, e nei confronti del quale abbiamo meno difese...

Berlusconi si è lanciato ripetutamente in affermazioni molto gravi contro Napolitano, trattandolo come "uno dei loro". Dopo l'ultima di queste incredibili uscite contro il presidente della Repubblica, alcuni giornali hanno titolato: "Lite Berlusconi-Veltroni sul Quirinale". Ma qui non c'è nessuna lite, non c'è nessun derby, c'è solo un uomo inadatto a governare, che non ha ancora capito cos'è lo Stato, le istituzioni, la democrazia liberale.

Da molti anni, politici democristiani vengono accusati da Berlusconi di essere "comunisti" (dal '94 in Italia questo è ormai un insulto, a differenza di quando esisteva il Pci). Mentre molti fascisti, che restano fascisti e purtroppo non percepirebbero questo come un insulto, hanno avuto ruoli importanti nello schieramento di Berlusconi. Che, è bene ricordarlo, da capo del governo non ha mai partecipato alla festa del 25 Aprile, la festa di Liberazione.

Questo testo è la sintesi di un intervento di Nanni Moretti tratto dal sito www.micromega.net, online da questa mattina.

(11 aprile 2008)

10/04/08

Le condanne dei fannulloni

Statali, ecco le sentenze della Corte dei Conti Il giudice che ha fatto 18 udienze in 10 anni
A Grosseto

Il primario che faceva interventi estetici in ospedale è stato condannato a restituire alla Regione Toscana 72 mila euro
A Matera

I centralinisti della Regione chiamavano dall’ufficio amici e parenti. Ora devono pagare la bolletta: cinquemila euro
A Milano

L’insegnante diventato il simbolo dei fannulloni è stato condannato a pagare 50 mila euro per le sue assenze da scuola

Si fanno pagare le telefonate ai numeri erotici e gli interventi di chirurgia estetica. Stanno a casa in malattia con finti certificati per non consumare le ferie, autorizzano consulenze inutili pur di prendere qualche centinaio di euro di «mazzette».

A raccontare l’Italia degli statali fannulloni e scrocconi—quelli che lavorano in uffici pubblici, asl, ministeri, palazzi di giustizia, scuole — sono le sentenze emesse ogni anno dalla Corte dei Conti.

L’ultimo anno non ha portato nelle casse dello Stato quanto ci si aspettava. Dagli oltre 252 milioni di euro di «sanzioni» inflitte nel 2006 si è infatti scesi a poco più di 92 milioni nel 2007. Un’oscillazione al ribasso aveva segnato anche il biennio precedente: nel 2004 la somma complessiva superava i 280 milioni di euro, nel 2005 appena 87 milioni.

«L’importante—spiegano alla Corte — è che vengano perseguiti coloro che provocano danni materiali e di immagine e soprattutto che la sanzione sia proporzionata al comportamento illecito».

Caso esemplare è certamente quello del ragionier Vitaliano Brasini. Nominato giudice tributario a Forlì vanta un record invidiabile: essere riuscito a partecipare a 18 udienze in dieci anni. A segnalare la sua scarsa efficienza è, il 30 giugno 2005, il presidente della commissione tributaria regionale per l’Emilia Romagna. Parte l’indagine e la procura della Corte scopre che «Brasini non ha mai comunicato, giustificato e documentato i singoli impedimenti ». Lui nomina un avvocato, sostiene di aver ricevuto dal presidente della sua sezione una «autorizzazione tacita ad assentarsi nell’ultimo biennio per ragioni di salute».

I documenti dimostrano però che non si tratta soltanto di due anni. Perché dal 1996 in poi Brasini non è quasi mai comparso in ufficio. Per avere un’idea del carico di lavoro, basti pensare che l’altro giudice del suo collegio nello stesso periodo ha trattato 173 ricorsi.

Il ragioniere capisce di non avere via d’uscita e fa un ultimo tentativo per risolvere la questione: restituisce i compensi percepiti da luglio 2002 a dicembre 2003. Ma non basta. La procura calcola in quasi 26.000 euro il danno allo Stato provocato da Brasini insieme ai presidenti che avrebbero dovuto controllarne il rendimento e la Corte accoglie la richiesta perché renda i guadagni percepiti. Molto più bassa è la cifra che dovranno versare i centralinisti dagli uffici di Matera della Regione Basilicata. Per telefonare a parenti e amici aspettavano di arrivare in ufficio e, naturalmente, non badavano a spese. Hanno fatto chiamate per circa 5.000 euro e adesso saranno costretti a pagare le bollette arretrate. Anche Rinaldo Falciani, sottufficiale della Guardia di Finanza, usava l’apparecchio di servizio, ma contattava soprattutto «numeri ad alta tariffazione con prefisso 166 e 899». Nel 2006 il tribunale militare di Torino l’ha condannato per peculato, poi è intervenuta la Corte dei Conti. Sono 266 le chiamate abusive «ed è risultato che in 264 casi (ossia oltre il 99 per cento) Falciani aveva avuto la disponibilità del telefono». Risultato: dovrà restituire 3.000 euro, oltre a 131,42 di spese legali.

La condanna a pagare 50.000 euro è stata inflitta al termine di un procedimento che alla Corte ritengono «emblematico ». Riguarda Mario Fogliani, professore di un Istituto tecnico della Lombardia, diventato famoso per i giorni di assenza dalle lezioni, in alcuni anni «addirittura pari al 71 per cento dell’orario di servizio delle classi a lui assegnate».

«I suoi comportamenti — lo ha accusato la Procura — sono connotati da colpa gravissima, ai limiti del dolo in quanto pervicacemente reiterati per più anni, in spregio, persino, alle sanzioni che, via via venivano comminate ed in palese, reiterata dolosa violazione dei doveri che la funzione docente imponeva». In particolare gli è stato contestato «un numero elevatissimo di assenze dal servizio e la loro collocazione strategica, soprattutto, in determinati periodi dell’anno scolastico: in particolare, in occasione di cosiddetti ponti, feste comandate ovvero impegni istituzionali di particolare onerosità; le gravi difficoltà e carenze di apprendimento lamentate dagli studenti, e confermate dalle valutazioni insufficienti riportate da intere classi, a cagione dell’inadeguato impegno del docente, anche sul piano didattico ». Lui ha provato a difendersi, ha cercato di far credere di essere affetto da una grave forma di artrosi. Ma a determinare la condanna è stata la richiesta, che aveva presentato negli anni scorsi, di essere autorizzato a svolgere un secondo lavoro.

Soltanto un impiego aveva invece il dottor Silvio Sarti, primario presso l’ospedale di Grosseto. I pazienti che volevano sottoporsi a interventi di chirurgia estetica venivano portati nella struttura pubblica in modo da presentare il conto al Servizio sanitario nazionale. Adesso, dicono i giudici contabili della Toscana, sarà lui a dover restituire 72.366 euro che la Regione ha erogato ritenendo che si trattasse di operazioni di tutt’altro tipo.

Fiorenza Sarzanini
10 aprile 2008