04/11/08

I sondaggi già incoronano Obama

I media danno per scontata la conquista dei voti necessari per ottenere la presidenza

Almeno 10 punti di vantaggio per il candidato democratico. Ma si teme un rigurgito pro McCain dell'elettorato «bianco»

Un sorridente Barack Obama affronta le ultime ore di campagna elettorale (Afp)
Un sorridente Barack Obama affronta le ultime ore di campagna elettorale (Afp)
Da www.corriere.it
NEW YORK - A due giorni dal voto, il trend elettorale torna decisamente in favore di Barack Obama. L'ultimo sondaggio sulle presidenziali Usa diffuso dell'istituto Gallup registra una ulteriore crescita nei consensi a favore del candidato democratico, dato ora in vantaggio sul repubblicano John McCain per 52-42. Un sondaggio sempre di oggi della Cbs lo vede avanti di addirittura 13 punti, 54-41. E dopo l’impennata di ieri, Obama torna a distaccare di 6 punti il rivale anche nell’ultima analisi Zogby, fino ad oggi la più conservatrice, che oggi lo da al 50% contro il 44% di McCain.

VOTI ELETTORALI - Nell’Election Day di martedì il senatore dell'Illinois potrebbe conquistare fino a 300 voti elettorali: ben oltre i 270 necessari per vincere le elezioni presidenziali. Lo scrive oggi il Washington Post, sottolineando che i democratici sono largamente in testa anche per il Senato, la Camera e nella corsa dei governatori. Ognuno dei 50 stati Usa dispone di un certo numero di voti elettorali che vengono assegnati in blocco a chi vince in quello Stato. Oltre ad essere avanti in tutti gli Stati conquistati 4 anni fa dal candidato democratico John Kerry (per un totale di 252 voti elettorali), Obama è in vantaggio in 5 stati vinti dal repubblicano George W. Bush: Iowa, Nuovo Messico, Virginia, Colorado e Nevada. A giocare contro di lui, nel segreto dell’urna, potrebbe essere però l’effetto Bradley, dal nome del sindaco di colore democratico di Los Angeles, Tom Bradley, candidato all'inizio degli anni '80 a governatore della California e in netto vantaggio nei sondaggi, ma poi sconfitto dal rappresentante bianco repubblicano George Deukmejian. Preoccupano alcuni anche le stime Zogby, che vedono McCain palesemente avanti tra i bianchi con il 54% dei consensi contro il 40% di Obama. Ma il senatore dell'Arizona è assente nel voto dei neri, al 93% per Obama, e assai debole tra gli ispanici, schierati al 65% con il senatore dell'Illinois.

AFFLUENZA RECORD - A premiare Obama potrebbe essere anche l’affluenza record alle urne. Oggi Gallup ha alzato le stime, pronosticando che il 64% degli americani si recherà ai seggi invece del 60% inizialmente ipotizzato. Sarebbe un numero record (il tetto del 60 % è stato superato solo nel 1960, 1964 e 1968 ma il numero dei votanti allora si aggirava attorno ai 70 milioni), che secondo i sondaggisti inaugurerebbe una nuova era di partecipazione politica in uno dei Paesi con il più basso indice di votanti al mondo. Dopo aver ricevuto l’endorsement di ben 240 giornali Usa (contro i 114 di McCain), Obama fa l’en plein anche tra i giornali universitari: 63 per lui, contro uno per McCain. Soltanto il Daily Mississippian dell’Università del Mississippi si è schierato con il repubblicano, mentre le riviste di prestigiosi college quali Amherst, Brandeis, Columbia, Cornell, Duke, Harvard, MIT, St. Mary, Swarthmore e Tufts hanno tutti appoggiato il democratico. «Non è un è un mistero che il mondo accademico Usa sia quasi universalmente pro-Obama», commentano i media. Il che spiega come mai sia partito da Oxford, in Inghilterra, l’ultimo tentativo per infangare il senatore dell’Illinois, sostenendo che la sua autobiografia è stata scritta dall'amico ex terrorista Williams Ayers, fondatore del gruppo radicale Weather Underground. L’accademico Peter Millican esperto nello smascherare la mano dei ghostwriter, ha raccontato al Sunday Times di essere stato contattato dal cognato di un deputato repubblicano dell'Utah, Chris Cannon, che gli ha offerto 10mila dollari per scoprire se l'autobiografia obamiana «I sogni di mio padre» avesse punti in comune con «Fugitive days» di Ayers.

MURDOCH CONTRO OBAMA - «Il professore ha rifiutato l'incarico dopo che il committente non ha accettato che la ricerca venisse resa pubblica a prescindere dal suo esito», rivela il Times, il quotidiano del magnate conservatore dei media Rupert Murdoch che dopo vari scoop anti-Obama (dai presunti legami con Ayers alla zia illegale di Boston), adesso lancia un potenziale macigno contro il candidato repubblicano. Il che non significa però che Murdoch si sia "convertito". E infatti il Paperone dei media scende nuovamente in campo con una catastrofica profezia anti-Obama. «La sua vittoria potrebbe aggravare la crisi finanziaria globale», ha messo in guarda in un’intervista ad una tv australiana. «Un’affermazione di Obama sarebbe una battuta d’arresto per la globalizzazione - ha aggiunto - perché egli sostiene politiche di stampo protezionista. E perché le sue politiche fiscali - abbassare le tasse per la maggioranza degli americani e innalzarle per chi guadagna oltre 250mila dollari sono una follia». Dopo l’endorsement pro-McCain di Dick Cheney (il più impopolare politico della storia Usa), oggi debutta puntuale lo spot democratico che accomuna il senatore dell’Arizona all’attuale amministrazione Bush, nonostante gli sforzi di McCain di prenderne quanto più possibile le distanze. «Non è il cambiamento di cui abbiamo bisogno», spiega il video di 30 secondi che ricorda i nomi dei vip pro-Obama, dall’investitore miliardario Warren Buffett all’ex segretario di Stato, Colin Powell. «McCain si è guadagnato l’appoggio di Cheney - conclude una voce fuori campo - sostenendo le scelte di Bush nel 90 % dei casi». Per ammorbidire la propria immagine, secondo gli esperti gravemente compromessa da una campagna all’insegna del fango, McCain è stato ospite del popolarissimo show satirico Saturday Night Live. In un divertente numero accanto alla finta Sarah Palin (l’ormai famosissima Tina Fey), ha fatto il verso al famoso infomercial mandato in onda giorni fa da Barack Obama. «Se mi piacerebbe andare in onda sui tre più importanti canali tv? Certo, ma sono un repubblicano senza un soldo», ha ironizzato McCain, spiegando che la sua campagna gli permette «soltanto un'apparizione televisiva sul canale di televendite Qvc».