18/01/08

Lorenzo Zaniboni: "Ben vengano i termovalorizzatori!" Articolo tratto da Ambiente Italia

Ci può spiegare in sintesi la differenza tra un termovalorizzatore e un inceneritore?
Un inceneritore è un impianto il cui obiettivo principale è quello di bruciare i rifiuti, con lo scopo di renderli innocui. I rifiuti vengono sottoposti a una temperatura superiore a 1000 gradi, trasformandosi così in gas. La parte non combustibile viene sanificata a graffie ad alte temperature.
Un termovalorizzatore aggiunge al trattamento termico dei rifiuti la funzione di produzione di energia, quindi si hanno due risultati: il trattamento dei rifiuti e la produzione di energia utile, cioè energia elettrica e calore laddove è possibile utilizzare anche il calore. Con questo sistema si risparmiano delle risorse energetiche non rinnovabili, per esempio metano, petrolio o carbone che oggi vengono utilizzati per produrre 80% dell'energia che consumiamo.

Il termovalorizzatore ha un impatto inquinante sul territorio?
Se visto nell'ottica di un impianto che produce energia non solo non ha un impatto negativo sul territorio, ma ha addiritura un impatto positivo, perchè si sostituisce ad altre centrali e a impianti che sarebbero stati costruiti per produrre la medesima energia. Sarebbero impianti dove si dovrebbe bruciare petrolio, metano o carbone, con delle emissioni di gas nell'ambiente. Con un termovalorizzatore costruito opportunamente con le più moderne tecnologie oggi disponibili, si riesce addiritura a produrre energia generando meno emissioni in quantità paragonabili con quella che generano le centrali elettriche che producono la stessa energia.

Quindi c'è un impatto positivo se prendiamo il sistema nel suo complesso. Secondo lei sono giustificate le proteste delle persone che vivono nelle vicinanze per esempio di Acerra, dove dovrebbe essere costruito un nuovo termovalorizzatore?
Il timore della gente può essere comprensibile, ma è assolutamente ingiustificato. Con l'evoluzione che c'è stata delle tecnologie di depurazione e combustione dei fumi, questi impianti hanno delle emissioni assolutamente trascurabili e quindi anche le ricadute nelle zone più vicine all'impianto sono assolutamente ininfluenti rispetto alla qualità dell'ambiente, dell'aria o del suolo. Ci sono in proposito delle norme molto severe emanate dalla Comunità Europea. Sono delle norme fatte proprio con l'ottica che questi impianti potessero essere collocati sul territorio senza dare problemi di qualità dell'aria o dei suoli. Le tecnologie oggi disponibili consentono con ampi margini di rispettare queste norme.

L'esperienza che avete fatto a Brescia è quindi positiva?
Direi senz'altro di sì. Noi siamo passati da un sistema dove la discarica era la soluzione prevalente a un sistema integrato che da un lato ha visto introdotto la raccolta differenziata dei materiali riciclabili e dall'altra si è introdotto il recupero energetico dei materiali non recuperabili sotto forma di materia. In questo modo a Brescia non viene più inviato un chligramma di rifiuti in discarica. E' sicuramente un risultato positivo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il dibattito sui termovalorizzatori e sull’opportunità o meno di costruirli è in questi giorni inevitabilmente al centro di molte discussioni tanto nella carta stampata quanto in vari programmi televisivi.
C’è però molta confusione sull’argomento e accanto alle tanto decantate virtù di questi impianti vanno citati anche dati e considerazioni che descrivono gli inceneritori come delle vere e proprie macchine di morte.
Per il corretto funzionamento di questi impianti, è in primo luogo necessario che i rifiuti da incenerire debbano essere “depurati” da tutti i materiali riciclabili cosa che postula una seria raccolta differenziata che nel caso della Campania o anche della Sicilia come sappiamo è improponibile. L’ “umido” verrebbe destinato alla concimazione dei campi con benefici indiscutibili per l’agricoltura.
Se allo stimolo per avviare la raccolta differenziata, alla possibilità di ricavare concime a buon mercato va aggiunta anche quella di produrre energia con delle emissioni inferiori a quelle di impianti di equivalente capacità produttiva ad idrocarburi e carbone è spontaneo chiedersi cosa si aspetti ancora costruirne degli altri?
In primo luogo la scandalosa arretratezza dell’Italia nella raccolta differenziata dei rifiuti che diventa vergognosamente inaudita al sud lascia immaginare uno scenario catastrofico con dei termovalorizzatori utilizzati per bruciare qualsiasi cosa dalla plastica al vetro dalla carta alla gomma con le inevitabili e letali emissioni di diossina, polveri sottili e particolato ultrafine che come la casistica dimostra provocano tumori, varie forme di asma bronchiale malattie respiratori in genere, malformazioni congenite.
E non mi si venga a parlare di filtri! Ilp articolato ultrafine( ho avuto il dispiacere di apprendere in una conferenza sull’argomento) ha un diametro inferiore al nucleo che contiene il dna nelle nostre cellule ed una volta aspirato non va a collocarsi nei bronchi, prerogativa questa delle ceneri e polveri sottili, ma in mezzo alla fronte penetrando nell’encefalo con conseguenze che lascio immaginare a voi.
Inoltre il termovalorizzatore attira i rifiuti delle altre città, rifiuti che per essere trasportati prediligono il gommato con altre emissioni di CO2.
Personalmente non sono contrario in via di principio a simili soluzioni per smaltire i rifiuti: se venisse garantita la raccolta differenziata ed il rispetto di tutti gli standard potrei anche trovarmi favorevole.
Ma come dar torto a coloro che protestano per il loro diritto ad impedire che un “potenziale” pericolo per loro ed i loro cari venga “istallato” sotto casa loro.
Perché il sig. Lorenzo Zaniboni non se lo costruisce nella sua città?
Scusate se mi sono dilungato.
Ciao

Peppe Consiglio

Salvo Andolina ha detto...

Caro Peppe su questi temi possiamo confrontarci ed aprire dibattiti pubblici rispettando le nostre reciproche posizioni; il problema è chi è deputato a decidere, ossia , la classe politica , non lo fà in Campania così come in Sicilia.
Ora l'italia come sappiamo è affetta dalla sindrome di Nimby (nessuno vuole niente sotto casa) ma contemporanemante , siamo gli ultimi in europa in quanto a raccolta differenziata, le nostre città sono invivibili causa inquinamento, ed il numero di SUV in giro stride con l'immaggine di un paese in crisi.
Cioè l'Italia è barocca, da un lato se ne fotte dell'ambiente pur di non rinucniare ai vizi acquisiti negli anni e dall'altro evita anche solo di porsi delle domande sulle conseguenze del proprio stile di vita.
Ma questo dimostra ulteriormente la crisi di una classe politica che negli anni non ha saputo confrontarsi con il proprio elettorato in modo da far crescere una cultura del fare; gli elettori, Avola lo conferma, non servono più l'indomani delle elezioni e per questo si accuula una distanza sempre più ampia fra ceto politico e società.
Il danno è che quando la politica non decide in Sicilia è la Mafia a decidere per noi; perchì non lo sapesse in Sicilia c'è un emergenza per la quale è stato scelto un commisario straordinario. Il governo Berlusconi ha nominato Cuffaro il quale di conseguenza ha accumulato in questi anni un potere enorme senza riuscire a portare a casa nessun risultaato; per questo se volgiamo evitare di consegnare alla criminalità organizzata il nostro paese dobbiamo abituarci, al confronto sì, ma anche a decidere ed a farlo in fretta.