13/07/09

Bilanci e ospedali, la nuova sanità

Certificazione dei conti, parametri di efficienza e standard di dimensioni per le strutture

ROMA — Certificazione dei bilanci, rispetto di parametri di efficienza con l'introduzione di «standard di dimensione ospedaliera», e per le Regioni che entro l'anno non si sono adeguate scatta un taglio automatico «minimo» del 20% dei posti letto e delle prestazioni specialistiche ambulatoriali nelle strutture private convenzionate. Non solo tetti ma anche premi per le Regioni più virtuose.

Il governo avrebbe deciso di stringere per mettere sotto controllo la spesa sanitaria e avrebbe predisposto un emendamento con il quale ripropone — con modifiche — il Patto sulla Salute stralciato dal Consiglio dei ministri del 26 giugno su richiesta del ministro per gli Affari Regionali Raffaele Fitto nel tentativo di trovare un accordo con i Governatori. L'accordo non c'è stato e ora il governo pensa di mettere alle strette le Regioni senza rompere il dialogo: «Qualora non venga raggiunta l'intesa-patto entro il 30 settembre» scatterebbe il piano di rientro con una serie di automatismi di risparmio compresi meccanismi «premiali del 3%» per le Regioni con i conti a posto. Nel braccio di ferro tra l'esecutivo e la Conferenza Stato-Regioni ci sono in gioco circa 7 miliardi nel biennio 2010-2011. Quello è il delta tra lo schema previsionale predisposto dal ministero dell'Economia e le aspettative delle Regioni che — secondo alcuni tecnici del Tesoro — hanno inventato una specie di «inflazione sanitaria» superiore a quella reale. Nel testo non viene cifrato il valore economico dell'emendamento ma — secondo gli esperti del ministero del Welfare — dovrebbe garantire un aumento di spesa del Fondo sanitario nazionale di circa 4 miliardi di euro, sempre nel biennio.

Nel provvedimento si fa riferimento alla «obbligatorietà della sottoscrizione del piano di rientro, con proroga di commissariamento, anche in caso di insufficienza della effettiva capacità fiscale libera su Irap e addizionale Irpef di fronteggiare il disavanzo sanitario». Entro il 31 dicembre di ogni anno a partire dal 2009, le Regioni sono tenute a una «valutazione straordinaria della situazione contabile con certificazione dei bilanci delle aziende sanitarie e di quello regionale». I regolamenti per la certificazione di tutte le strutture sanitarie (fondazioni, policlinici universitari, aziende ospedaliere, etc) verranno emanati entro il prossimo ottobre. All'articolo 1 sono previste le seguenti modifiche: le Regioni che entro il 31 dicembre 2009 non abbiano provveduto a «completare il processo di accreditamento definitivo delle strutture sanitarie private e dei professionisti con contestuale cessazione degli accreditamenti provvisori» subiranno tagli automatici con decorrenza 1 febbraio 2010. La mannaia del governo riguarda le strutture private «operanti in regime di accreditamento» per le quali si prevede una riduzione minima del 20% sia dei posti letto che degli importi economici previsti «dagli accordi contrattuali per il 2009». Stessa sforbiciata per le «prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale» stipulate «con professionisti o strutture private». Patto-salute a parte, oggi decolla una settimana cruciale. (fonte www.corriere.it)

NO alla chiusura dell'Ospedale di Avola!

E’ di sabato scorso la notizia relativa al decreto assessoriale, firmato dall’Assessore alla Sanità Russo, che prevede per il solo settore pubblico (ospedali) il taglio di 2.064 posti letto (a differenza del dato inizialmente previsto, che era di 1.968). L’Assessore giustifica l’improvvisa e sconcertante manovra, con l’esigenza di evitare il commissariamento intimato dal Ministro Sacconi e di attuare la chiusura di ospedali superflui e la rifunzionalizzazione. Chiarisce attraverso la stampa, che entro il 31 agosto tutto dovrà essere completato, compresa la riforma delle ASL.

Ciò che senza dubbio ci preme qui mettere in evidenza è che tra le province, che pagano di più questa manovra, c’è proprio quella di Siracusa ed all’interno di essa la nostra zona–sud risulta essere la più penalizzata.

Il nostro ospedale unico Avola-Noto era già infatti stato assoggettato a rifunzionalizzazione, nel momento in cui i due ospedali erano stati accorpati diventando unico ospedale e sopprimendo i reparti “doppioni”.

Ma di questo la Regione Sicilia, attraverso l’Assessore alla sanità, non ha tenuto conto.

Infatti il piano iniziale prevedeva una riduzione di posti letto in provincia, che andava da 855 a 825; con il decreto assessoriale si è scesi fino a 750 posti, cioè 105 posti in meno.

La cosa più grave, che potrebbe paventarsi e che voci indiscrete indicano già essere prevista nell’ambito della riforma delle ASL, è addirittura l’unificazione degli ospedali di Siracusa_Avola_Noto in un unico distretto ospedaliero, con poco più della metà dei posti letto della provincia finalizzati a soddisfare le esigenze della popolazione di Siracusa città e dell’intera zona sud (circa 300.000 abitanti), riservando quasi la metà dei posti letto al resto della provincia, ossia alla zona nord (ove risiedono circa 100.000 abitanti). Le stesse voci parlano della trasformazione dell’ospedale Avola-Noto in semplice presidio ospedaliero, ossia presidio che si limita a fornire prestazioni ambulatoriali specialistiche.


Come Comitato per il diritto alla salute della zona sud siamo stati inviati, in data 22/06/2009, ad un incontro con il Sindaco di Avola ed il Presidente del Consiglio, i quali ci hanno fornito delucidazioni sullo stato di mobilitazione che si sta generando anche presso la classe politica siracusana.

I deputati regionali della nostra provincia affermano di essere rimasti all’oscuro di tale manovra, nonostante l’Assessore regionale ribadisca che tali decisioni erano già state concordate nel mese di dicembre 2008.

Il Sindaco di Avola ha fatto presente, che a breve si sarebbe tenuta la conferenza dei sindaci della zona sud, proprio per assumere una posizione ferrea verso la manovra sanitaria e cercare un confronto diretto con l’Assessore.

Il Comitato per il diritto alla salute della zona sud, nell’attesa a breve di notizie da parte dei rappresentati istituzionali, intende con la presente informare i cittadini ed invitarli ad attenzionare la problematica, certi che all’occorrenze, si sarà tutti disposti e pronti a mobilitarsi per la tutela del diritto costituzionale alla salute e la parità di trattamento con gli altri cittadini siciliani, come si è già fatto in passato. (fonte Avolablog)