14/10/12

LA BANDA DEL DEBITO


Quando si parla di debito pubblico,
molti di noi pensano, erroneamente, che esso sia originato grazie agli sprechi della prima Repubblica. Certo c'erano le tangenti, i falsi invalidi, le assunzioni clientelari, gli sprechi, il finanziamento illecito ai partiti; tuttavia tutto ciò non c'entra, o meglio c'entra poco col debito pubblico e l'origine della sua insostenibilità.
Cercando di trovare  i colpevoli, i membri di questa banda, molti di voi impallidiranno scoprendo che i primi indiziati non sono Belzebù Andreotti o Craxi, o gli altri 'magnaccia' della prima Repubblica.
Chiariamo subito un concetto, il debito non è il male assoluto. Un imprenditore, se vuole costruire un capannone si indebita, ma poi con i proventi della sua attività, sarà in grado sia di guadagnare che di ripagare il debito contratto. Gli Stati si indebitano per i medesimi motivi, vuoi per costruire una scuola, un ospedale, un'autostrada.

Il debito iniziale dello stato italiano deriva dai singoli debiti degli stati che lo hanno composto, ma la parte del leone la fece il Piemonte, che dona allo stato italiano 142 lire pro capite di debito (valori correnti), contro le 67 della Toscana, le 63 di Napoli, le 56 della Lombardia, le 49 della Sicilia, e le 13 dei restanti stati (Fausto Domenicantonio, Lineamenti dell’evoluzione del debito pubblico in Italia 1861-1961). Guardate il prossimo grafico ed impallidite pure.

Sembra che sia successo qualcosa di strano all'inizio degli anni 80.
Infatti prima del 1981 il tesoro, se voleva indebitarsi, ad esempio  per costruire un ponte, emetteva  dei titoli di debito e li collocava sul mercato al tasso voluto. Supponiamo che il 70% dei titoli veniva acquistato. Cosa succedeva al restante 30%? Semplice, il ministro del tesoro chiamava il governatore della Banca d'Italia e lo obbligava a comprarsi i titoli residui. In questo modo i tassi di interesse si mantenevano sotto controllo. In altre parole la Banca d'Italia fungeva da prestatore di ultima istanza. Per avere la controprova di quanto asserito, provate a domandare a vostra nonna come era lo spread ai suoi tempi? Naturalmente mettevi al riparo prima che vi scaraventi addosso qualche oggetto contundente.

Cosa successe nel 1981?
I protagonisti di questa storia la definiscono, con orgoglio, la 'Congiura dei Tecnici' . Successe che il ministro del tesoro, di concerto col governatore della banca d'Italia, attraverso uno scambio epistolare, stabilirono l'indipendenza della banca d'Italia dal tesoro, la quale cessò di essere il prestatore di ultima istanza. Tutto ciò avvenne senza che l'opinione pubblica venisse coinvolta democraticamente.
A questo punto abbiamo già due indiziati: chi erano il ministro del tesoro e il governatore della banca d'Italia nel 1981? Belzebù e Ghigno di tacco?No. Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi.


 
Guardate adesso il grafico precedente (preso da Il Blog del Leprechaun); in esso vengono riportati diversi scenari, corrispondenti al comportamento del debito pubblico a tassi di interesse diversi. Come vedete la linea nera ci fa capire che, se non avessimo pagato interessi già nel 2000 avremmo ripagato il debito, senza spargere lacrime e sangue.Questo significa che dal 2000 in poi stiamo pagando solo interessi, al prezzo che noi tutti conosciamo. Ma comunque ad un tasso di interesse del 2% oltre l'inflazione, oggi ci ritroveremo con un rapporto debito PIL del 60%, ben al di sotto di sotto della locomotiva Teutonica ( 81,2%).
Quindi capite che quella scelta, anche se fatta in buona fede (genuflessione alla teoria monetarista), ha determinato l'esplosione del debito negli ultimi 20 anni. Tuttavia, noi eravamo sempre la quinta potenza economica mondiale: perchè i tassi di interesse dovevano esplodere? Negli anni ottanta l'Italia aveva uno degli indici di ricchezza pro capite più alti al mondo.

Continuiamo la nostra indagine al fine di scovare gli altri membri della banda.
Adesso siamo nel 1992, annus horribilis per tanti aspetti, ma determinante per la dinamica del debito. L'Italia si trovava all'interno del Sistema monetario europeo, un progetto stabilito nel 1979 in cui la maggior parte delle nazioni della Comunità economica europea vincolavano le loro monete onde prevenire troppo ampie fluttuazioni reciproche. Cioè, come ho ricordato nel mio precedente intervento, eravamo vincolati ad una valuta più forte l' ECU, in realtà il Marco.

Secondo voi come fa uno stato a mantenere fisso il cambio? Affligge dei manifesti o crea una pagina facebook con la scritta cambio Marco/Lira 1200? No, banalmente il cambio è determinato dalla logica della domanda e dell'offerta. Più il mercato richiede lire, più la moneta si apprezza e viceversa. Quando il mercato non vuole lire, generalmente la banca Centrale alza i tassi di interesse per invogliare i capitali ad accorrere oppure lascia fluttuare liberamente la moneta. Siccome la seconda ipotesi non era prevista dai trattati fummo costretti per mantenere il cambio, ad alzare i tassi.

Inoltre la Germania, sul finire degli anni 80, aveva ingente bisogno di capitali per finanziare la ricostruzione dell'Est. Come al solito senza coordinarsi con gli altri Paesi, agganciati di fatto alla sua moneta, decise di alzare i tassi di interesse. Naturalmente la banca d'Italia dovette seguirla, onde  evitare un deflusso di capitali dall'Italia, cosa che avrebbe determinato un deprezzamento della propria valuta. Inoltre, la liretta subì in quegli anni un attacco speculativo senza precedenti da parte di un  ''filantropo'' americano: George Soros.

Soros inondò i mercati di lire; la banca d'Italia, dovendo per lealtà verso i trattati, difendere la propria moneta, bruciò in poco tempo le proprie riserve valutarie. Si liberava dei marchi sostanzialmente per acquistare lire. Furono bruciati 75 miliardi di euro attuali in pochi mesi e per questo il governatore di allora presentò le dimissioni.
Ma la Germania, visto che eravamo nello SME, per cooperare, non poteva difendere la lira dagli attacchi speculativi? No, avevano altro a cui pensare, forse erano distratti ancora dai festeggiamenti per la vittoria del campionato del mondo di calcio.


Guardiamo il grafico precedente, notate qualcosa di strano? Più di 4/3 della torta del debito ce li siamo pappati, scusate l'eufemismo, negli ultimi 20 anni, ed aggiungo io, in seguito a scelte di politica monetaria sbagliate.
Quindi, abbiamo scoperto che i nostri amici teutonici non sono stati così leali  in passato e, grazie alle scelte errate dei nostri governanti di allora, hanno assistito supinamente alla disfatta di un proprio competitor commerciale.

Ok. Chi furono i protagonisti di queste altrettanto scellerate scelte? Ai posti di comando abbiamo: Giuliano Amato, Presidente del Consiglio, Carlo Azeglio Ciampi, Governatore, Mario Draghi, direttore generale del Tesoro, Lamberto Dini, direttore Generale della Banca d'Italia .
Come vedete personalità che a seguito di tali sfaceli sono stati allontanati dalla gestione della cosa pubblica con disonore. Naturalmente no, tutti promossi a pieni voti. Ironia della sorte, siccome in quell'anno si svolgevano le Olimpiadi di Barcellona furano battezzati  Dream Team (includendo anche il Ministro del tesoro Barducci); infine, siccome siamo la patria della commedia, non potevamo far di meglio che consegnare a Soros una bella laurea nel 1995 a Bologna(http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/10/31/soros-laureato-tra-le-proteste.html).

Ora quello che è successo nei successivi anni lo sappiamo: sono tornati alla carica con la storia del più Europa e adesso ci troviamo alla vigilia di nuovo annus horribilis. Abbiamo visto i danni combinati con la separazione dal tesoro della banca d'Italia e memori di ciò,  ci affidiamo ad una  BCE costruita ad immagine e somiglianza di quell'errore. Ma, non si rendono conto che l'Europa è fatta di diversità storiche, culturali che non possono essere facilmente appiattite da una moneta unica? Non si ci rende conto che per fare un Unione monetaria è necessaria una ampia dose di fiducia reciproca?  Fiducia che non possiamo avere nei confronti di una Nazione, la Germania, da sempre impegnata in politiche economiche egemoniche e scusate il termine imperialiste.

 A meno che, qualcuno, quando chiede più Europa, non vorrebbe in realtà il ritorno delle camicie nere.


Ing. Salvatore Andolina